Italia - Veneto - Belluno - Ville della Valbelluna

Settembre 2023

Ho deciso di accettare la sfida dell'Associazione Valbelluna Bike che anche quest'anno ha proposto l'iniziativa non competitica della Villaronda. Due i percorsi uno corto (35Km dislivello di circa 400mt) e uno medio (85Km dislivello 1000mt) così compe proposto dagli organizzatori. Non conoscendo la zona ho optato per un prudenziale 35Km, il corto. L'occasione è stata interessante per scoprire le ville della Valbelluna. La giornata era splendida, calda, assolata, la pedalata tranquilla insieme a un gruppo di appassionati di bicicletta. Il percorso ha cercato di toccare strade poco trafficate e numerosi tratti sterrati e ciclabili per incrociare ben 15 ville. Accoglienza ottima e giro divertente. E' stato un giro ad anello partendo ed arrivando dalla villa Miari Fulcis in località Modolo fuori Belluno. Consiglio di provarlo negli anni a venire perchè veramente interessante, ma anche perchè alcuni tratti sono su proprietà privata e quindi di difficile attraversamento in solitaria. Alla fine il giro effettuato la bici ha segnato qualche km in più e anche qualche metro di dislivello in più, ma tutto assolutamente fattibile e direi facile. Prestare attenzione per le strade asfaltate perchè sono percorse da automobili.

 

Percorso: 1 - Loc. Modolo Villa Miari Fulcis - 0Km - 507mt - 0 minuti
2 - Villa De Bertoldi - 4,5Km - 484mt - 33 minuti
3 - Villa De Manzoni De Bertoldi - 5Km - 470mt - 37 minuti
4 - Villa De Bertoldi - 5,6Km - 493mt - 45 minuti
5 - Villa Angelini ex Coraulo - 9,2Km - 457mt - 1h 12 minuti
6 - Villa Doglioni - 10,4Km - 430mt - 1h 24 minuti
7 - Villa Buzzati - 11Km - 414mt - 1h 37 minuti
8 - Villa Piloni Cesa di Limana - 18,1Km - 376mt - 2h 06 minuti
9 - Villa Buzzati - 11Km - 414mt - 1h 37 minuti

10 - Villa Pilloni - 18,1Km - 376mt - 2h 06 minuti
11 - Villa Trois Pieve di Limana- 19,8Km - 378mt - 2h 24 minuti
12 - Villa Alpago-Novello Frontin di Trichiana - 24,9Km - 446mt - 2h 57 minuti
13 - Villa Piloni Casteldardo di Trichiana - 27,9Km - 441mt - 3h 37 minuti
14 - Villa Montalban Pialdier Trichiana - 29,6Km - 391mt - 3h 42 minuti
15 - Villa Zuppani a Pasa - 33,3Km - 416mt - 3h 56 minuti
16 - Villa Gaggia a San Fermo - 36,6Km - 426mt - 4h 23 minuti
17 - Loc. Modolo Villa Miari Fulcis - 53,5Km - 507mt - 5h 45 minuti


Durata: 5h 45 minuti
Lunghezza:  53,5Km
H max: 5100mt
H min: 360mt
Dislivello: 540mt
Pendenza media: 4%
Tornanti:

 

Tipologia di terreno:
Asfalto: 33,6Km
Strada bianca/sterrato: 15,8Km
Strada sterrata tecnica: 0,3Km
Sentiero: 0,9Km
Erba: 2,9Km

 

Gli orari sono indicativi, il percorso è stato eseguito con il mio passo, le mie forze e con molte pause per documentare tutto.

 

La partenza del giro è prevista per Villa Miari Fulcis, ma ho parcheggiato a a Castion ai campi sportivi dove c'è ampio parcheggio. Qualche chilometro di strada e sono arrivato alla villa per partire tutti assieme al gruppone.

VILLA MIARI FULCIS (Loc. Modolo) - Il complesso, uno tra i 15 maggiori della provincia di Belluno, è uno dei più significativi esempi dell'ultima stagione delle ville, ancora perfettamente inserito nella grande tradizione veneta e non a caso compreso nella catalogazione delle cento ville venete di Antonio Canova. La proprietà è sorta a partire dal XVII secolo. È interessante osservare come, senza esservi costretti dalle particolari caratteristiche del terreno, si sia prescelto un accesso laterale, cui fa riscontro peraltro un secondo grandioso asse prospettico in corrispondenza al centro della facciata principale. L'ingresso alla villa è uno dei più significativi esempi di gusto “barocco” (nella zona coincidente con il XVIII secolo) per invenzione e plasticità, piuttosto infrequenti nella valle, molto legata a un tradizionale rigore stilistico di derivazione classica. Il cancello settecentesco porta al giardino, dove si incontrano le scuderie e lʼedificio principale, grandiosa costruzione del primo Ottocento disegnata dall’architetto Andrea Miari. Anche gli interni della villa sono stati rimaneggiati nel corso dellʼOttocento, come si vede nellʼala nord dove un lungo corridoio funge da disimpegno delle varie stanze, mentre quella a sud conserva la tipica composizione settecentesca, con una serie di porte in sequenza tra un ambiente e lʼaltro. Gli interni vennero gravemente danneggiati nel corso della Seconda Guerra Mondiale e successivamente restaurati, ma alcuni mantengono ancora i decori e i dipinti su pareti e soffitti di gusto ottocentesco, opera dellʼartista bellunese Alessandro Seffer. Nell'ala rustica, tra le piccole finestre quadrate del piano superiore, alla fine dell'Ottocento il conte Francesco Miari, professore di geodesia all'università di Padova, dipinse sette grandi meridiane che segnano l'ora corrispondente nelle principali città europee.

Si esce dal cortile della villa lungo i campi quasi a cercare di arrivare alle montagne di fronte ed invece pian piano si compie un ampio giro attraverso casolari e campi fino ad arrivare alla prima tappa: villa De Bertoldi, oggi agriturismo.

VILLA DE BERTOLDI (via Pedecastello – Ora di proprietà della famiglia Tormen) - La costruzione dovrebbe risalire al XVIII secolo, ma la datazione è difficile, mancando chiari riferimenti di ordine stilistico. La villa vale per la sua relazione con l'ambiente circostante, in Valbelluna particolare il vasto giardino ricco di essenze e la campagna. Il corpo principale è fiancheggiato da due ali più basse di rustici, di cui quella a nord arretrata, mentre quella verso mezzogiorno, sullo stesso piano della villa, ne soffoca in parte l'ultimo piano e deve essere quindi stata aggiunta in seguito. Le facciate erano dipinte con fasce e riquadrature geometriche.

Passato il cortile, immessi nella strada provinciale di appare subito la cancellata della seconda tappa: villa De Manzoni De Bertoldi.

VILLA DE MANZONI-DE BERTOLDI (via Pedecastello, Belluno) – È una costruzione piuttosto recente, del XIX secolo, per la famiglia de Bertoldi, che risulta aggregata al Consiglio dei Nobili dal 1597. La villa sorge su un poggio orientata a sera, con una splendida vista su Belluno e ha sul davanti un piccolo giardino ricco di essenze. L'architettura è nobilitata dall'impiego della pietra nelle sagome e dal colore dell'intonaco giallo con cornici bianche. Da notare la dissimmetria della soluzione architettonica della facciata, che è evidentemente pensata per essere vista di scorcio. Significativo è anche il grande timpano-frontone, basso e allargato, tipico dell'epoca.

Passiamo per il cortile anche di questa splendida villa e subito dietro/a fianco troviamo la terza tappa: villa De Bertoldi.

VILLA DE BERTOLDI (via Pedecastello, Belluno ora di proprietà della famiglia Catani) - Si tratta di una costruzione che dovrebbe risalire al XVIII secolo. La villa che versava in uno stato di pessima conservazione nel XX secolo è stata recentemente completamente restaurata. La costruzione è a due piani più il piano terreno. Il motivo centrale è appena accennato dal balcone in ferro battuto e dal piccolo timpano. Il corpo principale è fiancheggiato da un volume minore laterale. Bellissima la posizione con giardino e spazio a verde posto sul fronte principale.

Riprendiamo la strada asfaltata lungo via Pedecastello fino a raggiungere dopo poche centinaia di metri il cancello della quarta tappa: villa De Bertoldi.

VILLA DE BERTOLDI (via Pedecastello, Belluno ora di proprietà della famiglia De Faveri) – Trattasi di una villa del XIX secolo costruita per la nobile famiglia De Bertoldi (aggregata al Consiglio dei Nobili nel 1597). La villa sorge su di un poggio con una splendida vista sulla città di Belluno. L’architettura è nobilitata dall’impiego delle pietre nelle sagome e dal colore dell’intonaco giallo con cornici bianche. Al piano terra c’è un piccolo portico su pilastri architravati. Da notare la dissimmetria della soluzione architettonica del fronte che è pensata per essere vista di scorcio.

Scendiamo lungo i campi e raggiungiamo l'abitato di Castion, che passiamo. Appena fuori prima si prende una strada sterrata sulla destra che ci porta si via Mandon per poi lasciarla a favore di un sentiero sulla destra, poco dopo arriviamo alla quinta tappa: villa Angelini ex Coraulo.

VILLA ANGELINI EX CORAULO (Loc Piai, Belluno) - La villa situata ai Piai (Belluno) è uno degli esempi più significativi di residenza padronale del XVII sec. con caratteristiche architettoniche legate alla tradizione locale.
La semplicità dell’impianto, i volumi bloccati, i locali bassi, l’assenza del timpano, sono tutti elementi piuttosto insoliti per l’epoca nelle ville della pianura ma sono invece logicamente spiegabili date le condizioni climatiche della zona e soprattutto tenendo conto della mentalità conservatrice e delle condizioni di vita secondo un’organizzazione di tipo patriarcale della vallata e specialmente del bellunese. Il complesso fu costruito per la nobile famiglia Coraulo (data del 1691 vicino allo stemma gentilizio della famiglia sul pozzo antistante la fronte principale). Da segnalare anche l’attigua chiesetta dedicata a S.Giuseppe che diventa parte molto importante della quinta architettonica del complesso. Restaurata più volte, l’ultimo intervento significativo nel XX secolo, fu di proprietà della famiglia Ricci e attualmente della famiglia Angelini

Passata la villa lungo via Corraulo Piai e dopo poche centinaia di metri sulla sinistra imbocchiamo via Anconetta e poco distante arriviamo alla sesta tappa oggi ristorante: villa Doglioni.

VILLA DOGLIONI (l’Anconetta, Belluno) – ora ristorante al Borgo di proprietà della famiglia Viel - Immersa nel verde della campagna, la villa offre una bella panoramica su Belluno e i monti circostanti. La costruzione è del XVIII secolo e fin dall'inizio dell'Ottocento appartenne ai nobili Doglioni (il loro stemma in pietra è oggi al Museo di Belluno); dopo vari passaggi di proprietà, conobbe un periodo di abbandono alla fine del Novecento. L’attuale proprietario, grazie a un attento lavoro di restauro, ha ridato vita al complesso che ospita, oltre all’abitazione privata, un ristorante-albergo. La villa è di piccole dimensioni ma di nobile impostazione, impreziosita da pietre lavorate che riquadrano tutte le aperture. Sulla fronte a sera si trova un elegante balconcino settecentesco dalla tipica sagoma, con parapetto in tondino di ferro intrecciato. L'ala a sera della villa è un'aggiunta posteriore, della seconda metà dell'Ottocento, come risulta dal catasto del 1848. Nei lavori di restauro è stato consolidato e ripreso anche il piccolo rustico sul retro e il pozzo, posto decentrato a fianco dell'ingresso verso nord.

Usciamo dalla villa e ripresa via Anconetta, la percorriamo fino all'incrocio con la strada provinciale della Sinistra Piave. Andando a sinistra in mezzo ai campi raggiungiamo la settima tappa e forse la più nota: villa Buzzati.

VILLA BUZZATI (San Pellegrino, Belluno) - La villa rappresenta il più significativo esempio, nella zona, di residenza di campagna di tipo “romantico”, con caratteristiche ormai completamente svincolate da quelle tradizionali delle ville venete. L'attuale aspetto e il particolare interesse del complesso derivano dalle profonde trasformazioni e dalle aggiunte avvenute per opera della famiglia Buzzati, che comprò la dimora nel 1811. La località in cui sorge la villa prende il nome della piccola chiesa di San Pellegrino, dove sono state murate le ceneri dello scrittore e pittore Dino che qui nacque, nel 1906, e che fu sempre molto legato alla proprietà da cui poteva ammirare le sue amate montagne e il Piave. Dopo un primo restauro nel 1820, la più antica casa dominicale venne trasformata in residenza estiva di campagna, acquistando una precisa e inconfondibile fisionomia, tipica del gusto dell'epoca. Il complesso è formato da un lungo corpo di fabbrica con un elemento centrale sporgente e più alto rispetto alle ali arretrate, tutto decorato con riquadrature che racchiudono grandi affreschi, come pure l'ala ovest. L'ala opposta, a est, è in stile “gotico”. Il corpo di fabbrica nel giardino antistante, il “granaio”, ha il romantico aspetto di un castello diroccato: questa costruzione rappresenta una delle più significative testimonianze del gusto dell'epoca. È evidente come ormai si siano completamente abbandonati gli schemi classici, non solo nel campo decorativo ma anche nella composizione e nella soluzione stilistico-architettonica del complesso; la pianta appare svincolata da ogni esigenza di simmetria e monumentalità. La villa di S. Pellegrino costituisce l'unico, grande e compiuto esempio di residenza della metà del XIX secolo in cui architettura e pittura appaiono intimamente fuse e dove la costruzione si inserisce in modo sommesso, ma estremamente elegante, nel paesaggio agreste. Quest'ultimo è in parte intatto e in parte trasformato con un attento studio, posto a far risaltare gli spiccati accenti cromatici che costituiscono forse la nota determinante del complesso, in ciò riprendendo una caratteristica tipicamente veneta.

Usciti dalla villa attraverso il suo cortile e fiancheggiando la strada provinciale, imbocchiamo via Rivamor sulla destra. Passiamo la frazione di Visome e anche il fiume Cicognafino ad arrivare a Limana. Attreversiamo anche Limana e dopo la Chiesa di Santa Giustina scendiamo lungo i campi fino ad arrivare a Cesa di Limana. Eccoci giunti alla ottava tappa: Villa Pilloni.

VILLA PILONI (Cesa di Limana ora della famiglia Bavosa-Camurri) - Villa Piloni di Cesa è una delle cinque residenze estive che la Famiglia dei conti Piloni possedeva nella vallata bellunese sparse tra i vastissimi possedimenti della Famiglia. Ogni villa aveva una sua funzione e funzionalità quale centro di raccolta e di gestione delle tenute agricole ed aveva una sua peculiarità come casino di caccia, come luogo ove godere nelle varie stagioni dei frutti della terra o luogo ove dedicarsi agli ozi estivi. La villa di Cesa, nella sua parte più antica, risale all’inizio del XVI secolo e la pianta, a schema centrale riproduce la croce Malta, ordine cavalleresco di cui i conti Piloni erano membri illustri. È un quadrato con al centro una saletta ottagonale da cui si dipartono quattro bracci, negli spazi risultanti si vengono a creare quattro ambienti uguali. In uno dei bracci è inserita una elegante scala in pietra che raccorda il piano superiore che presenta la medesima planimetria. Ai primissimi anni dell’Ottocento l’edificio viene ampliato con l’aggiunta della lunga ala Nord, modificando l’aspetto esterno. Le semplici facciate sono quasi identiche, nel lato Sud, in corrispondenza dell’ingresso principale, sopra la porta e la finestra balcone si innalza il timpano, con due lesene tra le quali è incusso in un mascherone lo stemma nobiliare dei Piloni. Il tutto è fiancheggiato da due importanti camini. È circondata da un ricco e vasto parco, disegnato da Alexandre Poiteau le Terrier, architetto giardiniere della corte di Versailles venuto nel bellunese al seguito delle truppe di Napoleone e autore anche del parco di villa Gaggia a Socchieva. Non è facile ora risalire al grandioso schema originario, che si basava su lunghi viali di carpini quali assi maggiori entro cui si intersecavano ripetutamente, moltiplicando le visuali, altri viali minori, formando quasi dei labirinti. Oggi non rimane che una pallida eco di questo imponente impianto nel grande emiciclo che precede la villa da cui, attraverso un cancello tra due pilastri, si imbocca il viale in asse con l'ingresso. L'impostazione perfettamente simmetrica e accentrata sulla villa è una soluzione architettonica molto raffinata, anche se di modestissima scala, tale da sottintendere una vasta e matura sperimentazione. Per questo è assai probabile l'attribuzione del piccolo edificio, almeno come impianto distributivo, allo stesso Poiteau, anche per lo strettissimo legame che emerge tra l'architettura della villa e quella del giardino. In epoca successiva, anche se probabilmente non molto lontana, si dovette sentire la necessità di ampliare il villino e si aggiunse così la lunga ala che si protende verso nord, togliendo – almeno per l'esterno – la caratteristica impostazione centrica.

Usciti dal grande giardino della villa e percorrendo via Case sparse Cesa, arriviamo velocemente a Pieve di Limana. Qui in centro all'abitato siamo giunti alla nona tappa: villa Trois.

VILLA TROIS (Pieve di Limana, Limana) – Limana è uno dei più antichi centri della valle, anche se ora risulta appartato dalle principali vie di comunicazione: la Pieve di Limana è ricordata dal 1184. La villa, edificata per la famiglia dei Trois, è un grande edificio del XVIII secolo che si affaccia sulla piazza principale del paese. La costruzione ha una pianta a “elle”, con il corpo centrale a mattina. Ha porticato al piano terra, due piani e un massiccio timpano centrale, decorato da un grande orologio dipinto. Si doveva trattare di un complesso grandioso, completato da una piccola cappella, ora scomparsa. Da notare come la villa sia parte determinante di una composizione urbana assai varia, con una serie di quinte che convergono sulla cuspide agile del campanile della chiesa.

Passato il borgo e immerdi di nuovo nei campi, passiamo il fiume Limana (da fare solo se è da molto che non piove, altrimenti c'è acqua!!) fino ad arrivare al borgo di San Felice. Passiamo quindi per una via secondaria che costeggia la più trafficata via Cavassico inferiore per poi salire lungo via Fronti presso Trichiana. Poco dopo arriviamo alla decima tappa: villa Alpago Novello.

VILLA ALPAGO-NOVELLO (Frontin di Trichiana, Borgovalbelluna) – La località ha probabilmente preso il nome da un antico colono romano, Frontinus, data anche la posizione del piccolo centro lungo unʼantica strada che correva in direzione est-ovest, immediatamente ai piedi della serie di colline che formano la catena prealpina e delimitano la valle del Piave verso mezzogiorno. La costruzione risulta probabilmente dalla trasformazione di minori edifici, avvenuta sostanzialmente nel XVIII secolo, con qualche integrazione nel XIX e XX. L'invasione austriaca del 1917-18 devastò completamente gli interni, che vennero in parte ripresi, soprattutto negli arredi secondo il gusto dell'epoca. Lo schema della casa non è quello tipico della villa, presentando due ingressi laterali e due scale. Il giardino antistante è piuttosto stretto, delimitato verso mezzogiorno da un basso muro con piccoli obelischi di pietra sormontati da palle; lʼingresso è laterale, con un gran cancello tra quattro pilastri con statue di pietra di Vicenza. Verso sera si trovava lʼorto, rialzato secondo lʼabitudine, ora trasformato in giardino con adiacente berceau di carpini. La villa presenta la facciata sud con un timpano centrale caratterizzato da una meridiana con la scritta “Amicis Quaelibet Hora”. Tutti i prospetti sono di colore giallo (completamente restaurati nel 2021), caratteristica tipicamente veneta, in questo caso abbastanza evidente anche per il contrappunto dato da due corpi rustici nella piazzetta antistante, di colore rosso acceso (anch’essi restaurati nel 2021).

Effettuato il ristoro oramai è l'una passata e rifocillarci, soprattutto quando c'è gran caldo, è importantissimo, soprattutto se si gustano i formaggi della zona. Ci rimettiamo in sella alla bicicletta e scendiamo lungo la località Morgan, alla strata provinciale ci teniamo tutto sulla sinistra (in contromano) per prendere dopo pochi metri il sottopassaggio che ci porta sul via Renato De Bona. Questa splendida via ci porta dritti alla prossima villa posta in posizione dominate sopra una collinetta, la nostra undicesima tappa: villa Piloni.

VILLA PILONI (Casteldardo di Trichiana, Borgovalbelluna ora della famiglia Foscolo) - La località ebbe grande importanza come punto di passaggio per chi discendeva nella vallata proveniente dal trevisano attraverso il passo di San Boldo e perché segnava il confine tra il territorio di Belluno e la Marca trevigiana, che ebbe sempre il possesso di alcuni territori della sinistra Piave: fatto storico che oggi in un certo senso si perpetua, visto che quei comuni appartengono alla diocesi di Vittorio Veneto anziché a quella di Belluno-Feltre. Il nome stesso della località ricorda che sulle rive del torrente Ardo sorgeva un castello o fortilizio di sbarramento. La villa fu eretta da Odorico Piloni, membro dellʼantica famiglia di origini cadorine che si trasferì nel corso del Cinquecento a Belluno costruendo lʼomonimo palazzo oggi sede della Provincia, e venne edificata alla fine del Cinquecento come residenza di campagna; l'aspetto attuale è quello dovuto al restauro settecentesco. La villa conteneva una famosa raccolta di opere d'arte, quadri e una ricca biblioteca: quasi tutto andò disperso nell'invasione della prima Guerra. La costruzione, assai grande con le annesse ali rustiche, sorge in bellissima posizione ed è magnificamente inserita nell'ambiente: la facciata principale d'ingresso è volta a nord e vi si giunge attraverso un monumentale viale d'accesso in lieve salita, delimitato da un bel cancello tra due pilastri sormontati da vasi di pietra. Un secondo asse prospettico è quello disposto tangenzialmente alla villa, seguendo la dorsale della collina, e perpendicolarmente al primo: arrivando da mattina, si gode la veduta di scorcio della fronte nord con lo sfondo della campagna, inquadrata tra le due ali parallele dei rustici.

Scendiamo lungo lo splendido vialone d'ingresso della villa e usciti dal cancello prensiamo le stradine bianche sulla sinistra passando a fianco di Torre di Casteldardo. Imbocchiamo sulla destra via Borgo Dante e alla rotonda usciamo alla 4° che ci porterà al bordo Pialdier. Siamo giunti alla dodicesima tappa: villa Montalban.

VILLA MONTALBAN (Pialdier, Trichiana di Borgo ValBelluna) – La tradizione vuole come antichi proprietari i conti Montalban. La villa è del 1733: oggi sorge in mezzo al paese, con a fianco case molto modeste che un tempo certo non c'erano. Tenendo conto della scala “locale” (ambienti bassi e piccoli, anche per esigenze climatiche), questa architettura è di ampio respiro; di particolare valore è il motivo centrale al secondo piano legato da quattro paraste ioniche che sorreggono il frontone del timpano.

Superato il borgo e dopo qualche centinaia di metri prendiamo la stradina sulla destra in mezzo ai campi fino ad arrivare a San Felice, qui giriamo a sinistra lungo la via Cavassico Inferione.
Passato il ponte sul Piave e lasciata la trafficata via tenendoci sulla sinistra guadagnamo la collina davanti a noi fino ad arrivare alla tredicesima tappa: villa Zuppani.

VILLA ZUPPANI a Pasa - Immersa nella campagna bellunese, a Pasa, una delle frazioni di Sedico, troviamo uno dei tipici esempi di ville nobiliari venete: villa Zuppani. L’edificio e l’impianto originari risalgono al XVI secolo anche se negli anni è stata più volte rimaneggiata e cambiata. Costruita dalla famiglia Pasa, estintasi alla fine del ‘500, passò nelle mani degli Zuppani, famiglia montenegrina investita dei titoli di pievani di Sedico. Le fasi costruttive sono principalmente tre: la prima, cinquecentesca, con un corpo di fabbrica centrale basso e porticato, molto semplice trattandosi della dimora di una famiglia contadina. Alla data incisa all’interno della stalla – 1694 – possiamo far risalire la seconda fase con la costruzione della stalla e dell’alto timpano, che ancora oggi caratterizza il complesso. Nel ’700 la famiglia si arricchisce, Tiberio Zuppani diventa il primo vescovo della diocesi di Feltre, e la villa viene quindi ampliata e abbellita: risale a questi anni ll’ultima fase con l costruzione della zona detta “la Rustica”, un’ala che con i suoi elementi classici richiama l’architettura palladiana. Nonostante l’ampliarsi della struttura richiami altre ville della pianura veneta, l’aspetto decorativo rimane meno ricercato, come si può notare dalle cornici esterne in malta e dalle pareti ricoperte da legno intonacato. Nel 2000 con la morte dell’ultima contessa Zuppani, la villa con i suoi 15 ettari di terreno, sono diventati terreno di scontro per un contenzioso testamentario, recentemente conclusosi con una sentenza che indica la Provincia di Belluno proprietaria del complesso. Aperta su prenotazione, anche se è stata sede di mostre fotografiche ed eventi, attualmente versa in stato di degrado, nonostante alcuni interventi di manutenzione sulle coperture realizzati dalla Provincia.

Dopo il passaggio lungo il cortile riprendiamo la via Pasa fino ad arrivare ai confini dei terreni della prossima e quattordicesima tappa: Villa Gaggia.

VILLA PAGANI GAGGIA - La Villa sorge su un crinale, in località Socchieva, che digrada verso il fiume Piave, proprio sul confine tra il comune di Belluno e quello di Sedico. Costruita nel 1600 dalla famiglia Pagani, venne ridisegnata e ampliata nel 1789 dal francesce Alexandre Poiteau le Terrier, architetto giardiniere di Versailles e poi di Fontainebleau, che vi costruì dell’ala porticata e la cappella, mentre nel grande giardino, di ottanta ettari di superficie, splendido esempio di parco alla francese, introdusse un viale di carpini per accedere alla villa, gallerie di carpini che conducono verso la campagna, laghetti, ponticelli e un labirinto di siepi.

Dopo i gravi danni subiti nell’invasione del 1917/8, la villa venne ristrutturata, fr il 1924 e 1939, dal nuovo proprietario, il senatore e ingegnere Achille Gaggia, che conservò il giardino preesistente, ma aggiungendovi grotte, statue, balaustre e un teatro, e ampliandolo con elementi in stile paesaggistico, per collegarlo alla campagna coltivata.

Ne periodo fra le due guerre la villa ospitò il vice primo ministro inglese sir Anthony Eden e re Fuad d’Egitto e iI 19 luglio del 1943 vi ebbe luogo l'”Incontro di Feltre” – così chiamato perchè doveva originariamente svolgersi in quella città – tra Hitler e Mussolini, pochi giorni prima dell’arresto del Duce.

Oggi la villa, dalla facciata lineare, con due trifore sopra la porta d’ingresso, mentre il tetto si chiude con un alto timpano, è formata da un corpo padronale, un’ala di servizio con portico e una cappella accanto all’ala rustica, costituito da un lungo porticato sormontato da un piano sostenuto da pilasti a bugnato. I proprietari attuali, la famiglia Gaggia, hanno ripristinato gli interni originari, arricchendoli di arredi e opere d’arte.

Il giardino è uno dei parchi più grandi e complessi del Veneto. Vi si alternano zone naturali ricche di vegetazione e zone architettoniche con torrette, roccoli e scalinate. L’albero più presente è il carpino bianco (Carpinus betulus), utilizzato nelle siepi potate, nel labirinto, nelle gallerie. Vi sono inoltre molti alberi secolari, fra cui una paulonia (Paulownia tomentosa) nel cortile davanti alla villa e un alto faggio rosso (Fagus sylvatica ‘Purpurea’), che si erge solitario in un grande prato ed è uno degli esemplari arborei monumentali della provincia di Belluno.

Il giro delle ville è formalmente terminato, non ci resta che percorrere il tragitto per tornare al punto di partenza.
Usciamo dalla villa e passiamo San Fermo, costeggiamo la Strada Statale n° 50 con una bella pista ciclabile al suo fianco. Dopo circa un chilometro, la lasciamo e giriamo sulla destra, scendiamo fino a prendere via Salce, ci piace lo sterrato!. Il percorso è dolce attraverso una stradina con casetta ai lati, residenziale e poco trafficata. Passiamo la ferrovia e imbochiamo via Col da Ren, il caldo si fa sentire e s'intuisce che stiamo arrivando nei pressi di Belluno. Entriamo in città e percorriamo via Feltre. Alla rotonda, prendiamo pa prima uscita e scendiamo lungo via Dino Buzzati fino al ponte sul Piave, che attraversiamo. Pasato il ponte giriamo a sinistra e dopo pochi metri saliamo sulla prima via sulla destra che poi diventa via Sanfor, dopo parecchi chilometri questo strappetto si fa sentire!! Percorsa tutta arriviamo di nuovo nel borgo di Castion, Ancora pochi metri e siamo arrivati alla meta.

https://www.komoot.com/it-it/tour/1302866775

BikeTour-VillaRondaBike
File GPX da scaricare per importare nella propria app e seguire il percorso fatto
VillaRondaBike-Valbelluna.gpx
File eXchange GPS [551.1 KB]

Commenti

Inserisci il codice
* Campi obbligatori
Non sono ancora stati effettuati inserimenti.

Informazioni

Stampa | Mappa del sito
© Giacomo Millino - Venezia